San Martìn de Porres ( 3 novembre) |
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Con l'andar del tempo, i Priori che si succedevano a Santo Domingo, gli diedero carta bianca, d'altra parte, non avrebbero potuto controllare l'enorme contabilità nell'amministrazione del Terziario donato, per il semplice fatto che non tenne mai registri né fece mai consuntivi e preventivi. Gli bastava tenere una lista delle famiglie bisognose e una specie di calendario settimanale nel quale suddivideva le entrate secondo i diversi tipi di soccorsi ai quali s'era impegnato in nome della Divina Provvidenza. Un'attenzione particolare Martìn la riservava ad ogni tipo di animale in difficoltà: cani, gatti topi, corvi o galline, tori... Nella causa di Beatificazione e nel Sacro Diario Domenicano, troviamo un'infinità di esempi a questo proposito. Come quando i topi invasero il ripostiglio dell'infermeria, dove si teneva la biancheria per i letti degli ammalati. Vedendo che l'invasione aumentava e che i padri mettevano trappole dappertutto, prese in mano un topino che era uscito da un guanciale di piume e gli tenne una conferenza molto diplomatica: "Fratello mio, dica a questi suoi compagni che sono ormai dannosi alla comunità. Io li compatisco perché gli manca il sostento e però non ho voluto che li ammazzino; orsù dica loro che vadano nella tal parte del nostro giardino, che vi porterò il quotidiano sostento." E i topi fecero come era stato loro detto: aspettavano che Martìn portasse loro il cibo quotidiano e, con meraviglia di tutti i religiosi, all'arrivo del Santo uscivano dai loro nascondigli per venirgli incontro. L'autore del testo dal quale abbiamo attinto tutte queste notizie, dice di aver scorto uno spiraglio del segreto di San Martìn de Porres solo nella volontà di umiliazione, al fine di poter servire con ineguagliabile amore il ghetto dei poveri, i più umili, gli infimi della scala sociale. Ma se si vuol parlare di carismi e di modelli specialissimi secondo i segni dei tempi, si scopre lo specifico del Terziario di Lima nella sua confessione di medico, di consolatore e soprattutto di riparatore dei peccati delle due razze che urgevano in lui. Chi ricerca più a fondo, al di là di segreti del mestiere o di una carità vissuta al massimo grado, capisce che nel piano divino di salvezza i doni della Provvidenza spingevano il figlio della schiava negra e del cavaliere di Burgos all'offerta di se stesso come vittima dell'espiazione per i peccati di due razze, per la riconciliazione di due mondi, per l'inaugurazione d'un regno di carità fatto di perdono e di servizio. San Martìn de Porres morì, dopo due settimane di malattia, il 3 novembre 1639, all'età di sessant'anni. Aveva accettato per obbedienza di essere steso sul letto dell'infermeria con delle lenzuola. Ma oltre che dai confratelli, era assistito dalla Vergine Maria, da san Domenico e dagli angeli, tanto che, rapito in estasi proprio quando era venuto a visitarlo il Viceré, fu rimproverato dal priore perché aveva fatto aspettare questa importante persona... Morì mentre i confratelli e i novizi nel chiostro, cantavano il Credo, dopo aver cantato, come è l'uso domenicano in questa circostanza, il Salve Regina. Tutte le notizie e citazioni sono tratte da: P. Reginaldo Francisco O.P. "Il primo santo dei negri d'America - San Martìn de Porres", Ed. Studio Domenicano, Bologna 1994 Tratto dal web : http://www.caritas-ticino.ch/riviste/elenco%20riviste/riv_9606/art_019.htm Related Articles
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